Amore e armonia nel cuore di ognuno, nel rapporto fraterno tra di noi, con Dio.
Sento che dobbiamo pregare perché Dio diventi davvero la nostra forza, il nostro rifugio, la nostra consolazione e desiderare di essere anche noi sua consolazione. Perché Dio è fatto così: ama farsi trattare con umanità e trascendenza insieme. Fino in fondo. Se lo vogliamo, possiamo entrare sempre di più in questa dimensione, possiamo diventare patrimonio di Dio e dell’umanità, senza alcuna esaltazione, ma solo per amore, solo per servire. Ognuno di noi può fare la propria parte indicando la strada della comunione. Lo Spirito Santo vuole essere con noi, vuole che facciamo spazio ai suoi doni nella nostra vita, per aiutarci, per sostenerci, per darci vigore, per gioire con noi. Ogni giorno lo Spirito Santo può fare di ognuno un uomo, una donna di Dio. E non è un modo di dire, è il mio desiderio. Ma cosa vuol dire in concreto? Per noi cristiani il bene è diffusivo, racchiude sempre il desiderio di contribuire a far felice l’altro, gli altri. Per un cristiano il bene più grande è aver incontrato l’amore di Dio e far felici gli altri è portarli a conoscere questo Bene. Se ho trovato chi ha dato senso alla mia vita, la responsabilità che sento è che tanti altri lo cerchino, lo incontrino, lo conoscano. Il cristianesimo è la storia più bella che gli uomini del nostro tempo possano incontrare, ma bisogna rientrare nel Vangelo. Possiamo ridiventare sale e lievito per questo mondo che di sale e di lievito non ne vuole più sapere, se la nostra vita sa di Dio. Ma ci vuole tanta pazienza e l’umiltà di ricominciare. È questa la chiave della credibilità, ciò che permette di affrontare anche la fatica per dare semplicemente la nostra testimonianza.
I problemi che viviamo sono complessi e spesso ci appesantiscono, non danno più spazio alla speranza in noi. Lo Spirito Santo ci è dato per cambiare lo sguardo e tornare a sperare. Ci è dato per immetterci nella visione del Regno, dove la vita scorre secondo le beatitudini evangeliche, dove la creazione e le creature sono in armonia tra loro e con Dio. Ritornare a questa visione biblica del mondo e della storia non è ingenuità, è ingegno! È intelligenza che opera, è capacità di “copiare” un modello buono e tradurlo nel nostro oggi. Nel deserto di prospettiva in cui viviamo, lo Spirito Santo ci immerge nella visione biblica che cambia prospettiva alla nostra vita personale e sociale. Piano piano la mentalità della speranza ci prende e sentiamo sempre più forte il desiderio di mettere insieme le nostre competenze e capacità, di unirci con altri che hanno il nostro stesso modo di sentire, e provare insieme a innaffiare il nostro pezzo di mondo con azioni, opere, pensieri, parole che diano speranza alla gente.
Tutto sembra morto attorno a noi, ma c’è la vita di Dio che scorre sotto le ceneri. Questo è un tempo in cui noi credenti possiamo tornare a guardare lì, a ritrovare in Dio la visione di un mondo nuovo, ritrovare il vigore di restituire noi stessi, le nostre capacità, le nostre competenze per il bene comune. Là dove ci troviamo a vivere, dove operiamo, possiamo fare la differenza, come sentinelle di un mondo nuovo.
La chiave del mondo nuovo che lo Spirito Santo ci dà è la comunità, è educarci a passare dall’io al noi, nella concretezza delle scelte quotidiane. Non servono grandi numeri per iniziare, serve iniziare con una mentalità comunitaria: uno più uno, più uno, più uno… Magari pochi ma uniti, con una visione chiara negli occhi, con una mentalità di speranza, convinti di poter restituire alla Bellezza il nostro pezzetto di mondo.